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Comunicati stampa
Il Nizza per l’arte e per il territorio

#natailprimoluglio. Nell'era della comunicazione globale e “social” è con questo hashtag che è ufficialmente partita l'avventura del Nizza. Il vino storico e più rappresentativo del territorio del Monferrato, ha visto riconosciuta la sua unicità con un disciplinare approvato nel 2014 e quest'anno ha potuto presentare sul mercato le prime bottiglie ufficialmente denominate “Nizza”.

Da questo punto di vista, quindi, si tratta di una realtà giovanissima, eppure la sua storia è figlia di una tradizione secolare, portata avanti e resa grande dal paziente lavoro di generazioni di donne e uomini che hanno curato con impegno e devozione le colline che abitano da sempre. Il nome stesso del vino, “Nizza”, che indica l'appartenenza geografica, anziché il nome del vitigno (Barbera) dice molto di quanto questo prodotto rappresenti la tradizione, la cultura e la passione di un territorio unico. D'altra parte è stato solo grazie all'unione delle forze di tutti che il Nizza ha potuto vedere la luce e presentarsi da subito come la punta di diamante di una produzione vinicola che da secoli rende le colline piemontesi famose in tutto il mondo.

Oggi, l'incarnazione “pratica” di questa unione d'intenti e di forze è rappresentata dall'Associazione dei Porduttori del Nizza, che conta 43 cantine tutte fortemente determinate a lavorare in sinergia non solamente tra di loro, ma anche con le varie realtà locali istituzionali, sociali e culturali.
In questo senso, la presenza all'inaugurazione della mostra di Palazzo Mazzetti, dedicata alle opere del grande scultore Giuliano Vangi, è un tassello importantissimo per il cammino di crescita e di comunicazione del Nizza. Un tassello che nobilita e si inserisce perfettamente in quel percorso recentemente intrapreso di coinvolgimento in tante iniziative legate al mondo dell'arte, della cultura, delle istituzione e della scuola.
È il modo che il Nizza ha scelto per comunicare la sua appartenenza a una realtà più grande e variegata di cui si sente parte integrante, dimostrando quanto il vino, pur nella sua eccellenza qualitativa, non possa “diventare grande” come un prodotto a sé, ma trovi il suo senso più completo nel farsi ambasciatore di un mondo fatto di persone che quotidianamente si impegnano “con” e “per” il territorio.